Mineralogramma - Metodologia


Metodologia
Le analisi di laboratorio vengono eseguite con spettrofotometrica in emissione di plasma. Lo spettrofotometro, un ICP-AES, in una corrente di argon genera un plasma (una "fiamma" senza combustione) che raggiunge temperature tra gli 8.000 e i 10.000 °C. In questo plasma viene nebulizzata la soluzione da analizzare. A questa temperatura, ogni elemento mineralizzato emette una radiazione luminosa con una specifica lunghezza d'onda, che opportunamente misurata consente di determinare presenza e quantità dell'elemento stesso.

Il mineralogramma è uno dei pochi strumenti a disposizione per rilevare l'eventuale presenza di minerali tossici nell'organismo umano.

Una relazione del 1980 dell'Environmental Protection Agency americana già riconosceva la validità dell'analisi minerale tessutale come metodica per il monitoraggio biologico dei metalli tossici nei tessuti corporei.
La stessa relazione confermava i risultati di altri studi, che avevano dimostrato la maggior idoneità del mineralogramma (analisi minerale tessutale) a valutare l'esposizione a minerali tossici rispetto alle ricerche eseguite su materiali biologici come il sangue o le urine. Il riscontro di minerali tossici a un singolo mineralogramma non è riferibile a un'esposizione definita, in quanto la loro presenza potrebbe risalire a un'esposizione avvenuta anche molti anni addietro. I minerali tossici, una volta penetrati nell'organismo, tendono a depositarsi in tessuti di deposito, specie in quello adiposo, e a rimanervi fino a che non viene instaurata una terapia di rimozione. L'esecuzione seriale di diversi mineralogrammi distribuiti nel tempo ci permettono di monitorare i processi di disintossicazione dell'organismo. Un iniziale aumento dei livelli di metalli pesanti nelle seguenti analisi minerali tessutali non significa necessariamente un incremento di esposizione, ma potrebbe essere appunto in relazione ai processi di rimozione avviati.