Giurisprudenza
La Suprema Corte, ammette la certezza probatoria dei rilievi dattiloscopici.
Nella sentenza della Corte di Cassazione II, del 19/10/1956 si legge:
“…il metodo dattiloscopico di prova offre piena garanzia, essendo i principi su cui si fonda, principi di certezza scientifica, non già mera ipotesi scientifica…I risultati delle indagini dattiloscopiche possono essere assunti a base di un giudizio convincente di colpevolezza anche quando non sussistono altri elementi di prova convergenti” (sentenza C.C.II 22/5/1957; 20/3/1957) e conferma con la sentenza 18/1/1958 che “…in base ai risultati sperimentali acquisiti nel campo delle ricerche dattiloscopiche, può affermarsi che il metodo di identificazione per confronto delle impronte digitali consegua praticamente la sicurezza dell’identificazione anche attraverso la porzione di un solo dito, quando siano riscontrati 16/17 punti caratteristici uguali per forma e posizione.