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LINEE GUIDA – GEFI


 

LINEE GUIDA - GEFI

Associazione scientifica

Genetisti Forensi Italiani (Ge.F.I)
Presidente Prof. Francesco De Stefano

LINEE GUIDA PER LA REPERTAZIONE DI TRACCE BIOLOGICHE PER LE ANALISI DI GENETICA FORENSE NEL PERCORSO ASSISTENZIALE DELLE VITTIME DI VIOLENZA SESSUALE E/O MALTRATTAMENTO

a cura del gruppo di lavoro* coordinato dalla Prof.ssa Susi Pelotti Finalità: lo scopo delle linee guida è quello di pianificare l’intervento dei professionisti della salute coinvolti nella repertazione di tracce biologiche nei casi di violenza sessuale e/o maltrattamento, dichiarati o sospetti.


Gli obiettivi sono


– facilitare e standardizzare l’espletamento delle procedure e dei rilievi necessari;
– garantire la completa ottemperanza degli obblighi di legge in tema di maltrattamento e/o violenza sessuale;
– ottemperare agli obblighi di rilevamento delle prove e della catena di custodia, al fine di assicurare valenza probatoria delle fonti di prova, specie se accertamenti irripetibili;
– fornire anche un valido strumento per la formulazione di una diagnosi o di un sospetto diagnostico di violenza sessuale e/o maltrattamento, in particolare nei minori.
Campo di applicazione: le presenti linee guida trovano applicazione nel percorso assistenziale di minori e/o adulti vittime di violenza sessuale e/o maltrattamento. Le presenti linee guida devono essere considerate a completamento dei protocolli per il percorso assistenziale delle vittime di abuso sessuale e/o maltrattamento in uso presso le strutture ospedaliere/universitarie e presso i centri di accoglienza.
Le raccomandazioni generali contenute rappresentano i “requisiti minimi” che potranno essere implementati nelle
singole realtà sanitarie.


Campo di applicazione


le presenti linee guida trovano
applicazione nel percorso assistenziale di minori e/o adulti vittime
di violenza sessuale e/o maltrattamento.
Le presenti linee guida devono essere considerate a completamento dei protocolli per il percorso assistenziale delle vittime di abuso sessuale e/o maltrattamento in uso presso le strutture ospedaliere/universitarie e presso i centri di accoglienza.
Le raccomandazioni generali contenute rappresentano i “requisiti minimi” che potranno essere implementati nelle
singole realtà sanitarie.
I professionisti sanitari devono fornire una continua e chiara informazione alle vittime di abuso sessuale e/o maltrattamento sulle procedure previste dai Protocolli, ivi compresa la repertazione di eventuali tracce biologiche al fine di analisi del DNA e più in generale di analisi di genetica-forense. Il consenso alle procedure di repertazione di eventuali tracce biologiche dovrà essere formalizzato nella documentazione sanitaria. È auspicabile, considerata la peculiarità e la delicatezza dell’indagine, contattare, qualora possibile, un esperto in genetica forense per eventuali consigli sulla repertazione e conservazione.


Materiale da repertare


Le tracce di materiale biologico (tracce di sangue, sperma e saliva, formazioni pilifere, sudore, cellule di sfaldamento dell’epidermide, etc) che si possono reperire sono soprattutto:
Asugli indumenti: le tracce presenti sugli indumenti non sempre sono visibili ad occhio nudo. Tutti gli indumenti, pertanto, devono essere repertati.
Devono essere repertati anche eventuali assorbenti, pannolini o quanto a contatto con le regioni intime;
Bsul corpo della vittima: i prelievi devono essere guidati anche
dal racconto della vittima. Per tale motivo devono essere effettuati almeno due tamponi sia nelle zone tipiche – orale, periorale, vaginale, perivaginale, vulvare, anale, peniena – che in zone dove l’aggressore ha effettuato dei toccamenti, si è potuto accostare con i genitali o con la bocca, etc.

È utile effettuare un tampone sotto le unghie di ogni dito o il prelievo dell’estremità delle unghie della vittima (ricerca di eventuale materiale biologico dell’aggressore depositato durante azioni di difesa della vittima, magari non riferite o percepite dalla stessa), da considerare ciascuno come singolo reperto.

Nota bene – Altre tracce biologiche potrebbero essere rinvenute nel luogo ove si è verificato il fatto: trattasi di situazioni particolari che prevedono l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, con cui il genetista forense dovrà concordare un eventuale sopralluogo. È fondamentale che l’operatore sanitario che raccoglie il dato circostanziale segnali all’Autorità Giudiziaria, sulla base del racconto fornito dalla vittima, la possibilità di rinvenire tali tracce.


MODALITÀ DI REPERTAZIONE


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