
IL DNA MITOCONDRIALE
11 Luglio 2017
LINEE GUIDA – GEFI
24 Luglio 2017FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS.
Da gennaio 2017 la prescrizione di marijuana terapeutica in Italia è legale.
Cosa significa?
Significa che con ricetta medica la marijuana può essere prescritta in tutti i casi in cui un soggetto è colpito da dolore cronico o da dolori resistenti ad altri farmaci, oppure quando è meglio che il paziente non assuma ulteriori medicinali di sintesi, a causa delle complicanze che comporterebbero gli effetti collaterali di tali farmaci (ad esempio quando un soggetto sta già assumendo diverse tipologie di farmaci).
La cannabis si può fumare, respirare attraverso un vaporizzatore, assumere sotto forma di olio, utilizzare facendo tisane/decotti, etc.
Come mai non tutti lo sanno?
Perché è molto difficile che un medico di base, suggerisca, consigli e prescriva la marijuana in presenza di dolori neuropatici.
Qual è il problema?
Sostanzialmente i problemi sono due. Il primo è il forte legame tra molti medici e le case farmaceutiche (argomento che non intendiamo approfondire in questo articolo) e il secondo è un problema culturale. A molti medici fa impressione scrivere “cannabis” sulla ricetta. Eppure, soprattutto chi è medico dovrebbe sapere che la marijuana coltivata per essere utilizzata a scopo terapeutico è prima di tutto un prodotto sano per quanto riguarda l’assenza di additivi o sostanze da taglio pericolosissime per la salute ed inoltre viene appositamente selezionata, in modo che il livello di THC (principio attivo psicotropo) rientri in determinati range, mentre sia alto il livello di CBD (cannabidiolo), il quale non ha effetto psicotropo, ma miorilassante e antiinfiammatorio.
La ricerca scientifica (National Institute Of Neurological Disorderd And Stroke) ha ribadito spesso che ormai i farmaci prescritti per il trattamento delle neuropatie hanno solo lo scopo di fornire qualche sollievo dal dolore o altri sintomi osservati nella neuropatia. Talvolta per alleviare il dolore occorre una massiccia assunzione di farmaci e pur di ottenere un po’ di sollievo, il paziente diventa incurante del fatto che una tale somministrazione di questi farmaci può ulteriormente aggravare la condizione del nervo già danneggiata dalla patologia.
Perché utilizzare sostanze naturali in caso di neuropatia?
Gli effetti collaterali da farmaci aumentano il ruolo e l’importanza dei rimedi naturali per la neuropatia. Questa è la ragione perché i medici in Oriente vantano una lunga tradizione dei rimedi naturali per la neuropatia. Attualmente il trattamento naturale per il dolore neuropatico sta guadagnando molta popolarità negli Stati Uniti e la comunità medica statunitense sta evidenziando sempre più l’importanza dell’utilizzo di rimedi non farmacologici ma naturali, in tutti i casi di neuropatia, per quanto possibile.
Cos’altro frena la liberalizzazione della cannabis?
Altro freno, non meno importante è la lotta dei proibizionisti che si oppongono alla libera vendita della cannabis.
I proibizionisti sono convinti che la legalizzazione porterebbe un aumento dei consumi e quindi della criminalità.
Contro il proibizionismo vengono addotti argomenti esattamente opposti.
Liberalizzare significa:
- escludere dai giochi le organizzazioni malavitose;
- una più efficace prevenzione a tutela dei minori e delle categorie di persone più esposte;
- conoscere cosa si sta assumendo. Per chi utilizza droghe leggere (indipendentemente dal motivo per cui la si assume, terapeutico o ricreativo), con la legalizzazione della cannabis vi è la possibilità di avere la certezza di non ingerire sostanze pericolosissime per la salute. Le sostanze da taglio sono infatti sempre presenti in modo abbondante nella droga che viene spacciata, in quanto utilizzate per migliorarne la consistenza ma soprattutto, per aumentarne la quantità e quindi i guadagni.
La vendita libera della cannabis è, per definizione, liberalizzazione a tutti gli effetti, mentre il controllo da parte dello Stato rientra nella legalizzazione. E’ dunque fondamentale per uno Stato che si rispetti saper unire i due aspetti.
Uno studio condotto nel 2009 da Marco Rossi, per conto dell’università La Sapienza di Roma, sostiene che i vantaggi per lo Stato, derivanti dalla legalizzazione, sarebbero quantificabili in 10 miliardi di euro all’anno. Denaro in parte proveniente dal gettito fiscale e in parte risparmiato, dovendo destinare minori risorse alla prevenzione e alla persecuzione dei reati collegati alla vendita e al consumo di cannabis e dei suoi derivati. A giovarne, continua lo studio firmato da Rossi, sarebbero anche le finanze pubbliche che stimano nel PIL le attività sommerse ma non le registrano nella contabilità del sistema Italia.
Come gestire il rischio di un aumento dei consumatori?
Si può ipotizzare che la liberalizzazione delle droghe leggere comporti come conseguenza diretta l’aumento dei consumatori.
Una soluzione per disincentivare l’uso delle droghe leggere, soprattutto tra i giovanissimi, scaturisce da una ricerca dell’economista Liana Jacobi, la quale ipotizza la necessità di aumentare il costo della cannabis e di vietarne la vendita ai minorenni con leggi ad hoc.
Tanto il divieto ai minori sarebbe come per l’alcool o per il tabacco? Chi sostiene, ed è del tutto plausibile, che il minorenne acquisterebbe comunque hashish o marijuana, tanto come accade per il consumo di alcolici e per le sigarette, dovrebbe comunque tenere conto del fatto che ad oggi è spaventoso il numero di consumatori di droghe nei giovanissimi, perciò sostenendo la legalizzazione potrebbe almeno evitare, ad esempio al proprio figlio alcuni rischi molto pesanti:
– contatto con spacciatori di ogni genere,
– assunzione di sostanze da taglio pericolosissime per l’organismo.
Un’inchiesta sul consumo di cannabis in Italia, ha dato questi risultati:
- Il 19% dei ragazzi italiani (tra i 14 ai 34anni), dunque quasi uno su cinque, ha fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi dodici mesi (una percentuale inferiore solo a quella della Francia),
- chi non ha intenzione di avere a che fare direttamente con lo spacciatore, chiede a un amico, o all’amico dell’amico di procurargli hashish o marijuana, oppure ha comunque fumato una canna in compagnia di altri,
- chi ha intenzione di provare a fumare una canna, non si ferma davanti al fatto che non viene venduta liberamente perché al giorno d’oggi non c’è più bisogno di dover entrare in certi ambienti particolari per procurarsi la droga, ma in ogni angolo di quartiere e ad ogni ora del giorno si può incontrare un pusher pronto a rifornirti di marijuana tagliata, quando va bene con un po’ di ammoniaca, di urina o di bicarbonato o se va peggio con polvere da sparo, polvere di vetro, piombo, metamfetamine, cemento e chi più ne ha più ne metta!!
Nel 2011 il Dipartimento per le Politiche antidroga ha cercato di smentire il vantaggio per lo Stato derivante dalla legalizzazione, puntando sull’aumento dei problemi legati alle droghe. Questa tesi è risultata molto poco plausibile, dal momento che numerosi studi medici e tante ricerche scientifiche condotte, si concludono con l’affermare che la cannabis, così come sostanza naturale e senza additivi pericolosi, non pesa sui costi della sanità, perché non comporta conseguenze pericolose per la salute fisica e mentale.
In realtà, al di là di quello che ciascun soggetto è libero di pensare, circa gli effetti della cannabis (benefici oppure dannosi), vi è un aspetto che deriverebbe dalla legalizzazione il quale non può essere trascurato: la lotta alla criminalità.
E’ noto a tutti che la criminalità e le droghe sono un tutt’uno ed anche se i maggiori profitti della criminalità organizzata sono quelli derivanti dalle droghe pesanti e che potrebbe comunque rimanere un mercato nero a prezzi più bassi di quelli dei canali di vendita legali, in ogni caso il vero vantaggio della liberalizzazione sarebbe quello di riuscire a tenere distanti dai delinquenti le fasce più deboli della popolazione.
Oltre a ciò potrebbero svilupparsi nuove forme di business in cui, ad esempio, sempre più persone che hanno diritto alla cannabis terapeutica potrebbero rivenderla piuttosto che assumerla. Anche in questo caso l’assuntore avrebbe il grande vantaggio di tenere lontano dal proprio organismo tutte quelle sostanze nocive di cui abbiamo argomentato prima.
Il Colorado, stato in cui la depenalizzazione è entrata in vigore a gennaio 2014, offre spunti di riflessione anche se distante dai nostri costumi. Si è sviluppato un turismo legato alla cannabis, sia per l’uso ricreativo sia per quello terapeutico, con un indotto economico capace di generare impiego.
A proposito del Colorado, la legalizzazione ha abbattuto anche il traffico dei cartelli di droga messicani, spazzando via la relativa criminalità che stava prendendo piede negli USA.
In Italia, le posizioni riguardo la legalizzazione delle droghe leggere, della DDA antimafia di Napoli (in un convegno tenutosi a maggio di quest’anno, a Napoli) e del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, sono favorevoli.
In conclusione, come per tutte le cose, sono importanti le regole, ma ancor di più lo è il “buon senso”, se non si vuole essere solo dei burattini che senza fili possono solo cadere. Ancor peggio, l’assenza del buon senso e l’obbedienza cieca alla regola conduce inesorabilmente all’estremismo, all’integralismo, in merito ai quali non v’è bisogno di spiegarne l’effetto dannoso per libertà e democrazia. Perciò dico al proibizionista che se ha voglia di illudersi di sconfiggere il commercio delle droghe con la legge che ne vieta l’uso è libero di farlo, ma che tra fumarsi tre sigarette al giorno ed essere un tabagista, tra gustarsi un bicchiere di buon vino e scolarsi una bottiglia di vodka scadente, C’E UNA BELLA DIFFERENZA!! Tutto questo vuole significare che è fondamentale che si arrivi ad una presa di coscienza delle sostanze e del loro uso, NON ABUSO!!
Finisco con una domanda: non sarebbe meglio che chi consuma abitualmente, o anche per una volta, una droga leggera, potesse farlo in modo consapevole, sapendo cosa assume, usando sostanze controllate e senza doversi affidare ai pusher di strada?
A cura di Studio Galileo