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15 Aprile 2020
FINALMENTE IL PRODOTTO CHE RENDERA’ INVULNERABILE IL TUO SISTEMA IMMUNITARIO
21 Maggio 2020
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CHIARIMENTI SU COME FUNZIONANO I TEST IMMUNOLOGICI DI DIAGNOSI RAPIDA COVID-19


CHIARIMENTI SU COME FUNZIONANO I TEST IMMUNOLOGICI DI DIAGNOSI RAPIDA COVID-19

Premessa

COVID-19 (Corona Virus Disease) è la malattia infettiva causata dal coronavirus SARS-CoV-2, recentemente scoperto.

Questo nuovo virus era sconosciuto prima dello scoppio della malattia a Wuhan, in Cina, nel Dicembre 2019. I sintomi più comuni di COVID-19 sono febbre, tosse secca, stanchezza, produzione di espettorato, respiro corto, mal di gola e mal di testa. Alcuni pazienti possono avere mialgia, brividi, nausea, congestione nasale e diarrea. Alcune persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo e non si sentono male. Circa una persona su sei che si infetta con COVID-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie ed un tasso di letalità superiore al 12%.

Il COVID-19 è trasmesso tramite particelle respiratorie che vengono espirate dalle persone infette tramite tosse, starnuti o parlando. Queste goccioline (DROPLET) possono essere inalate o ingerite direttamente da altre persone, o possono contaminare le superfici che rimangono poi infettive per diversi giorni! Si stima che il periodo di incubazione del COVID-19 vada da 1 a 14 giorni, durante i quali le persone potrebbero essere già infettive senza mostrare i sintomi di malattia.

Gli strumenti analitici

Non essendo stato trovato ancora alcun vaccino in grado di sconfiggere questo nuovo virus, diventa fondamentale, per cercare perlomeno di arginare i contagi, effettuare delle ricerche sulla diffusione del COVID-19.

Il primo metodo validato per scoprire se un soggetto ha contratto o meno l’infezione da coronavirus è il tampone naso-faringeo, con conseguente ricerca dell’RNA del virus stesso, mediante PCR, la quale consente l’amplificazione dei microrganismi virali e l’individuazione di casi positivi da presenza di patogeni (in questo caso, di COVID-19).

Se il primo tampone risulta positivo il paziente deve essere isolato per minimo 14 giorni ed al termine del periodo di isolamento, sia il paziente asintomatico, sia il paziente sintomatico devono sottoporsi a 2 ulteriori tamponi svolti a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi risultano negativi, si può parlare di eliminazione del virus (dal tampone non si dovrebbe più rilevare la presenza di RNA virale).

Non essendo purtroppo possibile eseguire i tamponi sulla maggior parte della popolazione, a causa della limitata capacità dei laboratori, debbono entrare in gioco altri metodi di indagine più semplici per tentare di tracciare la diffusione del coronavirus, come ad esempio I TEST SIEROLOGICI ed I TEST IMMUNOLOGICI RAPIDI, i quali si basano sulla ricerca degli anticorpi.

I test sierologici serviranno dunque per l’indagine campione sulla diffusione del coronavirus. L’indagine a campione sulla sieroprevalenza “ci permetterà di capire il livello di diffusione del virus nel Paese e di pianificare le prossime fasi e il ritorno all’attività“, ha sottolineato il ministro della salute Roberto Speranza.

Infatti, la ricerca degli anticorpi in chi si è infettato ed ha sconfitto il virus COVID-19 potrebbe essere una parte importante della soluzione alla pandemia da COVID-19: dopo essere stati ampiamente discussi, molti guardano a questi test come al mezzo giusto per sapere quanti si sono contagiati e soprattutto quanti potrebbero tornare alla vita normale senza rischiare di ammalarsi.

Soffermiamoci sui TEST IMMUNOLOGICI RAPIDI, tanto attesi e richiesti da diverse Regioni, per spiegare approfonditamente come funzionano ed in che modo devono essere utilizzati.

La procedura dei test di diagnosi rapida non è automatizzata e non richiede una formazione o una qualifica speciale, anche se i test COVID-19 IgG/IgM sono progettati esclusivamente per uso professionale.

Come funzionano

Il test COVID-19 IgG / IgM si svolge attraverso un immunodosaggio cromatografico per la rilevazione qualitativa di IgG e IgM anti-SARS-CoV-2 nel sangue intero umano (sangue capillare o venoso), siero o campioni di plasma, garantendo elevati standard di specificità e sensibilità. Il tempo di attesa per il risultato può essere anche di soli 10 minuti.

La card è costituita da un pozzetto in cui si farà cadere una goccia di sangue, più due gocce di reagente (buffer) e da una finestra di lettura, a fianco della quale si trovano 3 scritte: C – IgG – IgM

Lettura del risultato

La presenza di una linea colorata nella regione della linea di controllo (C) funge da controllo procedurale interno, indicando che è stato utilizzato il corretto volume di campione e che la migrazione sulla membrana è avvenuta correttamente. Pertanto, una volta fatta partire la reazione, con l’introduzione nel pozzetto di una goccia di sangue e due di reagente (buffer), la linea a fianco della lettera ‘C’ deve colorarsi perché se così non fosse, il test non sarebbe valido. La card avrebbe qualcosa che non va/la reazione non sarebbe avvenuta ed in tal caso è necessario ripetere l’operazione con un nuovo test.

La presenza di una linea colorata nella regione della linea del test “IgM” e/o “IgG” indica un risultato positivo. L’assenza di una linea colorata nelle regioni delle linee del test “IgM” e “IgG” indica un risultato negativo.

Positivo per sole IgM

Si sviluppa una linea colorata nella regione della linea (C) e una linea colorata nella regione della linea del test per “IgM”. Il risultato è indicativo di infezione primaria SARS-CoV-2.

COSA SIGNIFICA: INFEZIONE PRIMARIA vuol dire che SONO STATO INFETTATO DA POCO. Gli anticorpi, detti IgM, sono prodotti nella fase iniziale dell’infezione e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da 4 o 5 giorni dopo il CONTAGIO e tendono poi a scomparire nel giro di qualche settimana. In questo caso, il tampone naso-faringeo è generalmente positivo. Abbiamo quindi contratto l’infezione e probabilmente possiamo trasmetterla ad altri. Anche in questo caso, tuttavia, è possibile che il test diventi positivo in presenza di anticorpi diretti verso proteine non appartenenti al SARS-COV-2 e che segnali quindi erroneamente la presenza di infezione in soggetti sani (cosiddetti “falsi positivi”).

Positivo per IgG ed IgM

Oltre alla linea di controllo ‘C’, una linea colorata si sviluppa nella regione della linea di test “IgM” e un’altra nella regione della linea di test “IgG”. Il risultato è indicativo di una possibile infezione intermedia/secondaria da SARS-CoV-2. Nota: L’intensità del colore nella regione della linea del test “IgG”ed “IgM” può variare a seconda della concentrazione di anticorpi anti-SARS-CoV-2 nel campione. Pertanto, qualsiasi sfumatura di colore nell’area della linea del test per “IgG” va considerata come indicativa di un risultato positivo.

COSA SIGNIFICA: INFEZIONE NELLA FASE INTERMEDIA/SECONDARIA vuol dire che SONO STATO INFETTATO GIA’ DA QUALCHE GIORNO (PROBABILMENTE UNA SETTIMANA CIRCA).

Se si colorano entrambe le linee IgM e IgG significa che il nostro organismo probabilmente ha prodotto sia IgM sia IgG contro le proteine virali e che probabilmente ci troviamo in una fase intermedia dell’infezione. In questo caso, anche il tampone naso-faringeo dovrebbe risultare positivo. Abbiamo quindi contratto l’infezione e molto probabilmente possiamo ancora trasmetterla ad altri.

Positivo per sole IgG

Si sviluppa una linea colorata nella regione della linea (C) e una linea colorata nella regione della linea del test per “IgG”. Il risultato e indicativo di una possibile infezione secondaria da SARS-CoV-2.

COSA SIGNIFICA: INFEZIONE SECONDARIA vuol dire che SONO STATO INFETTATO DA PIU’ TEMPO. Gli anticorpi, detti IgG, sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da un paio di settimane dopo il contagio (ma possono comparire anche prima) e permangono poi per molto tempo. Quindi, se si colora solo la linea IgG significa che il nostro organismo ha prodotto IgG contro le proteine virali e che le IgM sono già scomparse. Ci troviamo quindi probabilmente in una fase più avanzata dell’infezione oppure siamo già guariti. In questo caso, il tampone naso-faringeo può risultare già negativo ma, in qualche caso ancora positivo. Abbiamo quindi contratto l’infezione e non possiamo escludere di poterla ancora trasmetterla ad altri.

Negativo

Si sviluppa una linea verde nella regione della linea di controllo ‘C’. Non compare alcuna linea nella regione della linea del test “IgG”ed “IgM”.

COSA SIGNIFICA: MOLTO PROBABILMENTE NON SONO MAI ENTRATO IN CONTATTO CON IL VIRUS/NON SONO MAI STATO INFETTATO, OPPURE SONO APPENA STATO CONTAGIATO!!

ATTENZIONE: potremmo anche essere in una fase precoce dell’infezione quando ancora l’organismo non ha prodotto gli anticorpi (cosiddetto “periodo finestra” – 4 o 5 giorni circa). Inoltre, poiché la reale capacità di questi test di evidenziare al 100% i casi con presenza di anticorpi non è stata ancora accertata in modo accurato, non possiamo escludere che in realtà gli anticorpi nel sangue ci siano ma il test non li abbia evidenziati (cosiddetti “falsi negativi”). È evidente che in queste due ultime circostanze (finestra sierologica e falsi negativi) le persone potrebbero essere infette ed anche contagiose pur in presenza di un test negativo.

Cautele interpretative

  • All’inizio della malattia, la concentrazione di IgM anti-SARSCoV-2 può essere inferiore al limite di rilevazione del test.
  • La continua presenza o assenza di anticorpi non può essere utilizzata per determinare il successo o il fallimento di una eventuale terapia somministrata al paziente.
  • I risultati dei pazienti immunosoppressi devono essere interpretati con cautela.
  • Un risultato positivo del test può verificarsi anche in caso di risultati negativi della PCR perche gli anticorpi sono ancora presenti nel sangue dopo la malattia e possono essere rilevati.
  • Se il risultato del test e negativo e i sintomi clinici persistono, si raccomanda di effettuare ulteriori test utilizzando possibilmente anche altri metodi clinici. Un risultato negativo non preclude in alcun momento la possibilità di un’infezione da SARS-CoV-2.

Perché sono importanti e fino a che punto

Grazie a questi test sarà possibile avere “un quadro della circolazione del virus nel Paese, ma non una patente di immunità”, ha rilevato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro.

Il test immunologico infatti accerta se sono stati sviluppati gli anticorpi, che molti esperti stimano vengano sviluppati dopo 10 giorni circa dal contagio, ma il fatto che essi si siano sviluppati non certifica di per sé l’avvenuta guarigione.

Seppur con i limiti sopra descritti, i test rapidi saranno i grandi alleati della riapertura dopo il lockdown, la cosiddetta fase 2.

I test immunologici diventano estremamente importanti sotto due punti di vista: a livello di indagine statistica, di monitoraggio e controllo epidemiologico, se utilizzati come unico strumento analitico, e per valutare lo stato del paziente in termini di contagiosità/immunità, se utilizzati sinergicamente con altri strumenti scientifici con una attendibilità più prossima al 100%.

Non dobbiamo però assolutamente dimenticare che come osserva Enrico Maggi, responsabile della Struttura di immunologia e terapie cellulari del Policlinico Careggi di Firenze e past-president della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC):

Da quel che sappiamo della risposta immunitaria sembra impossibile che un paziente possa essere di nuovo contagiato dopo aver superato una prima infezione, ma sono stati diffusi rapporti di casi in cui sembra sia accaduto e dobbiamo tenerne conto. Quindi, non possiamo dire con certezza che un test sierologico positivo per gli anticorpi del coronavirus garantisca che la persona è immune né, se lo fosse, per quanto tempo sarà protetta da un nuovo contagio. Dall’avere un test sierologico che dimostra che c’è stato un contatto con il virus a dire che non ci riammaleremo più nella vita, insomma, ce ne corre”.

In conclusione, i test rapidi saranno un importante ausilio nella diagnosi di infezioni primarie e possibili infezioni secondarie da SARS-CoV-2, ma non deve essere utilizzato come unico criterio per una diagnosi di COVID-19.

Come per tutti i test diagnostici, i risultati devono:

  • essere interpretati solo unitamente ad altre informazioni cliniche ed anamnestiche a disposizione del medico,
  • essere utilizzati assieme a strumenti diagnostici diversi (cioè che si basano su principi differenti, come ad esempio il test rapido che analizza gli anticorpi ed il tampone che evidenza l’RNA del virus),
  • devono essere ripetuti più volte nell’arco di 2/3 settimane

A cura di Studio Galileo

I Test immunologici possono essere utilizzati solo da professionisti (medici) i quali, nel caso fossero interessati all’acquisto,  possono scriverci (studiogalileo@studiogalileosas.com) indicando i dati anagrafici di fatturazione e il numero di Test immunologici di cui si necessita per avere un preventivo specifico.